edoardo ha scritto:
Bene bene bene gran bella notturna
Peccato per la pizzata che non era tanto buona e soprattutto finiti gli champignon li hanno sostituiti con i porcini!!! Sono cose che sinceramente non vanno bene
Si, infatti ho dovuto farlo presente alla signora della pizzeria. La boscaiola con i porcini non è la stessa cosa...
Bel giretto, poco notturno se si vuole ma più crepuscolare, comunque divertente e, a tratti, impegnativo per colpa degli acquazzoni recenti che hanno scavato un po' dappertutto.
Strane vicende, peraltro, sul fronte del "campionato marche": alla partenza sette bici di cui quattro LaPierre, due Transition e una GT.
Sulla prima salita (Agreste, viscida e pietrosa) difficoltà di trazione per tutti i modelli, qualcuna in più per la Transition più nuova il cui conducente deve prendere confidenza con il monocorona. Un po' di mangia-bevi sul quale tutti i mezzi si destreggiano discretamente ad un buon ritmo, poi giù dalle Carrozzine, viscide e scavate, sulle quali le Spicy si fanno valere e l'immancabile Transition più vetusta alterna fiammate adrenaliniche a gropponate galattiche, senza conseguenze fisiche per il conducente.
Sul falsopiano finale le Spicy s'involano ma le altre seguono a ruota.
Salita della Uno (viscida e pietrosa) con buone prestazioni generali e un'inspiegabile errore di percorso della Spicy più anziana, prontamente rimediato (era già avvenuto all'inizio dell'Agreste, ma tant'è...).
Lo spaccagambe finale vede la solita Transition anziana in netto vantaggio, seguita dalle altre marche. La sorella più giovane, invece, continua ad avere dei problemini.
La GT, peraltro, inizia a manifestare delle difficoltà di motore, dovute probabilmente a affaticamento (ha girato anche la mattina).
Sullo sterrato ben risistemato delle Vallicelle alte, la classifica si delinea chiaramente con la Transition anziana e le Zesty che macinano e gli altri che arrancano senza perdere troppo terreno. Al cancello in cima alla Valle la prima defezione: la GT accusa stanchezza eccessiva e decide di ritirarsi.
La Transition nuova, dal canto suo, preferisce scorciare per evitare la Rete-Daini prevista, dichiarando di voler accedere direttamente a Tiro-d'Arco e Rio- Maggiore (in programma per dopo).
Sia i lapierristi che l'altro transitionista decidono di rinunciare a Rete-Daini, per non dividere il gruppo, quindi si scende su asfalto per poi imboccare il Tiro-d'Arco (finalmente si accendono i fari!) con le Spicy che fremono a stretto contatto con la Transition anziana, seguite dalle Zesty in leggero ritardo. Grande soddisfazione, comunque, per tutti quanti.
Il Rio Maggiore, bello pieno d'acqua come in primavera, si conferma la palestra tecnica di sempre, dove la decisione con la quale affronti i guadi fa la differenza. Tutte le marche si destreggiano con buoni o ottimi risultati, regalando nella luce dei fari una serie interminabile di belle sensazioni a tutti.
All'uscita sulle Vallicelle, inopinatamente ambedue le Transition decidono di desistere dalla competizione, lasciando campo libero al monomarca LaPierre che prosegue risalendo verso i tavolini.
Le due Zesty fanno valere la propria intrinseca predisposizione alla salita, imponendo un buon ritmo sulle pietraie scivolose, le Spicy però si difendono bene seppure con qualche mugugno: "C'è il prosciutto, in cima?" apostrofa il conducente di quella più giovane. Lui stesso, però, a qualche centinaio di metri dal GPM dei tavolini, si produce in una progressione orgogliosa che costringe tutti gli altri ad una risposta di pari natura, facendoci arrivare trafelati ma soddisfatti al piazzale.
Dopo un breve riposo e una telefonata al ristoro per confermare, si riparte per l'ultima fase del giro, iniziando da "Lo Scaleo" (un po' umido ma sempre divertente) ingoiato dalle Spicy e ben digerito anche dalle Zesty. Sorrisi per tutti, anche se appena visibili nel buio.
Breve tratto di Vallicelle in discesa, poi lo sgamino divertente e parecchio scavato per ritornare nuovamente nell'alveo del Rio Maggiore.
Stavolta la Spicy più anziana fa tesoro del precedente passaggio e si fionda nel tenebroso percorso come se non ci fosse un domani, come se le difficoltà si fossero misteriosamente dissolte... piedi bagnati e sorriso ebete stampato in faccia ci accompagnano fino al Limoncino, dove ritroviamo la Transition giovane in compagnia dei conducenti delle altre due bici che, nel frattempo, si sono già docciati e cambiati.
Che dire? La Pierre forever... ma grande gruppo sopra ogni cosa.