Che fare, adesso?
Intanto, mentre la città si lecca le ferite, seppellisce i suo morti e sopporta la vergogna delle polemiche e delle strumentalizzazioni, ricominciamo a mettere le ruote sui "nostri" percorsi e, possibilmente, cerchiamo di fare un mappa delle criticità più evidenti.
Alcuni sentieri, l'abbiamo già visto, hanno solo bisogno di una "ripassata" veloce: qualche ramo più o meno grosso da levare, qualche masso più o meno pesante da spostare. Attrezzatura leggera (guanti, pennato e sarracco) nello zaino e la pazienza di fermarsi, durante le uscite, ogni volta che c'è bisogno.
Altri interventi, ne abbiamo già visti alcuni, dovranno essere fatti con più "professionalità", con attrezzatura più pesante (picconi, gaini, forse motosega), partendo in gruppo con obiettivi precisi.
Prima di tutto, però, vorrei mettere in chiaro un paio di cose sulle quali dobbiamo essere tutti d'accordo:
- Ogni intervento dev'essere finalizzato al ripristino della percorribilità del sentiero, cercando di riportarlo alle condizioni precedenti senza stravolgerne la natura, evitando quindi opere "strane" e artificiali
- Se c'è bisogno di cambiare una parte del tracciato, perchè risulta impossibile o troppo difficile ripristinare il vecchio, si deve scegliere quello che garantisce il minor impatto possibile sulla vegetazione e sul terreno
- Dobbiamo cogliere l'occasione per evitare gli errori del passato, in particolare quello di rendere i percorsi completamente e facilmente accessibili ai mezzi motorizzati. Al limite dobbiamo accettare la presenza di un ostacolo da superare scendendo di bici...
Prima di fare interventi di una certa rilevanza, sarebbe meglio condividere prima l'idea per non trovarsi a discussioni come è già successo...